Ritorno a casa

domenica 27 maggio 2012

 

Grazie alla passione per i velivoli d’epoca del nostro socio Daniele, è tornato a volare nei nostri cieli uno storico AVIA FL 3 costruito nel lontano 1941.

E’ il primo velivolo a cui è stato rilasciato il nuovo “Permesso di volo per Aeromobile Storico Orfano Amatoriale” una nuova categoria fortemente voluta dal CAP per aiutare chi vuole mantenere e far volare questi affascinanti velivoli d’epoca.

Caratteristiche e curiosità dell’AVIA FL 3

Nasce come velivolo da turismo e da allenamento, monoplano, mono-motore, biposto a struttura mista legno-tela, ala a sbalzo con struttura a due longheroni accoppiati, rivestimento in compensato e tela; collegamento centrale tra le due semiali in piastre d’acciaio; alettoni con struttura il legno e rivestimento in tela.

Fusoliera a sezione quadrangolare con struttura a 4 longheroni di abete e traliccio in legno con tiranti in acciaio, carrello fisso a ruote indipendenti sostenute da due triangoli di forza in tubi di acciaio, ruotino posteriore( in origine pattino di coda ammortizzato, munito di arpione frenante d’emergenza abbassabile con apposito comando).

Posti di pilotaggio affiancati in abitacolo aperto nei primi esemplari, successivamente chiuso, motore CNA D. IV da 60 cv., serbatoio disposto in fusoliera, dietro la paratia parafiamma, della capacità di 60 lt.

La sua nascita si deve all’intuizione di un grande pilota dell’epoca, il com.te Francis Lombardi, che si fa promotore della realizzazione di questo velivolo, affidandone la progettazione agli ing. Mosso e Graneri per ala e fusoliera e all’ing. Mortara per gli impennaggi di coda.

Nasce così il prototipo denominato L.3, la cui costruzione, una vera e propria “amatoriale” avviene in un locale della scuola “Borgogna “ di Vercelli, impiegando minime attrezzature(una sega a nastro, un trapano, una piallatrice) alcuni amici, un falegname senza alcuna esperienza precedente aeronautica ed un ragazzetto i 12 anni, ospite di un vicino orfanotrofio, che riceve l’incarico di realizzare tutte le centine.

Il primo motore, smontato da uno Zlin XII è di solo 40 cv., e Lombardi stesso effettua il primo volo di collaudo.

Successivamente, per avviarne la costruzione in serie, viene costituita la AVIA (Anonima poi Azionaria Vercellese Industrie Aeronautiche) e Lombardi chiede all’ing. Gianini di realizzare appositamente per lo L.3 un motore di grande robustezza e affidabilità che non costi per una serie di 100 esemplari più di 20.000 lire ciascuno, nasce così il CNA D.IV da 60 cv.

L’L.3 parteciperà al bando per dotare la RUNA di un velivolo da addestramento economico, e verrà considerato dalle commissioni giudicatrici “con ottime qualità di volo, molto maneggevole, pronto e dolce come comandi, con ottima visibilità e facilissimo in atterraggio”.

Famosi i voli in formazione a cuneo di 11 L.3 con looping all’atterraggio togliendo motore a 50 mt di quota e discesa ala contro ala.

Altrettanto famosa ed unica la manovra di atterraggio con imbardata, inventata dal collaudatore dell’AVIA Nello Raimondo e dallo stesso Francis Lombardi in caso di piantata motore: appena toccata terra dare piede da una parte e cloche dall’altra perché l’L.3 si arresti in non più di 50 mt, con il caratteristico dietro-front, e senza danneggiare il robustissimo carrello o mettere l’ala a terra.

Ma nonostante le ottime caratteristiche di volo, certificate dai migliori piloti dell’epoca, quali lo stesso Adriano Mantelli, non raggiungerà mai le scuole di volo e verrà relegato a soli compiti secondari.

Nel 1943 la Regia Aeronautica ha in carico 323 L.3; dopo l’armistizio 250 vengono requisiti dalla Luftwaffe che li trasferirà alle proprie scuole di volo di Vienna.

A fine guerra Mantelli riesce a rimontare un L.3 occultato a Vercelli, presentandolo alle autorità inglesi di occupazione, che rimanendo entusiaste delle qualità di volo ne concedono la ripresa della produzione.

Nell’immediato dopoguerra il pilota triestino Fulvio Lauri fonda a Monfalcone la ditta Meteor che dal 1953 prosegue l’attività dell’ AVIA di Francis Lombardi proponendo gli FL 53-54 e 55 sviluppi non altrettanto felici del capostipite L.3.

Nella ricostruzione aeronautica del dopoguerra l’L.3 fa conoscere appieno le sue doti e l’immissione nelle flotte civili degli aero clubs è l’elemento fondamentale della loro rinascita.

L’esemplare di Daniele  numero di costruzione 176, porta i colori di un esemplare di un lotto acquistato nel 1943 dalla Croazia per la sua costituenda aviazione. Immatricolato nel dopo guerra

I-TOLB è stato esportato in Inghilterra negli anni ’80 assumendo  l’immatricolazione inglese

G-AGFT. Nel 2008 è finalmente tornato a casa, immatricolato I-AGFT e basato sull’Avio superficie Valdera, sede dell’Aero Club di Pisa.

 
 

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